Avevo invitato la mia amica a soggiornare temporaneamente nel nostro appartamento, ma alla fine ho dovuto chiedere che se ne andasse.

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Ho 50 anni e sono sposata da 28. Da quasi vent’anni viviamo in un appartamento accogliente con tre stanze, ma quando arriva la primavera, ci trasferiamo nella nostra casa di campagna, una costruzione in legno immersa nel verde.

La vita lì è un sogno: l’aria è pulita, i fiori riempiono l’ambiente di profumi e possiamo coltivare le nostre verdure. Nonostante dobbiamo svegliarci presto per andare al lavoro, amiamo questo stile di vita e non ci pesa affatto.

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Quest’estate, il nostro appartamento in città è rimasto inutilizzato. Solo occasionalmente ci andavamo per dare un’occhiata o per prendere qualcosa, ma altrimenti è rimasto vuoto.

Questo ha attirato l’attenzione di una vecchia amica del liceo, che aveva appena lasciato un matrimonio difficile e stava affrontando un periodo complicato. Quando mi ha chiesto aiuto, ho deciso senza esitazione di offrirle il nostro appartamento per un breve soggiorno.

Non immaginavo che quella decisione sarebbe stata un errore.

Le ho dato le chiavi all’inizio di maggio e io e mio marito siamo partiti per la campagna, pensando che la mia amica si sarebbe sistemata senza problemi. L’avevo sempre considerata una persona seria e affidabile, mai avrei immaginato ciò che sarebbe successo.

Alla fine di luglio, però, una vicina mi ha telefonato, e quello che mi ha detto mi ha lasciato senza parole:

“Hai venduto l’appartamento?”

“No, non l’ho venduto,” le ho risposto, stupita. “Una mia amica ci vive temporaneamente.”

La vicina ha esitato per un attimo, poi ha aggiunto:

“Beh, forse dovresti venire a vedere… Ci sono estranei che abitano lì, e ogni giorno arrivano gruppi di persone, anche cinque o sei alla volta.”

Confusa e preoccupata, sono corsa in città. Non riuscivo a capire come fosse possibile. Quell’appartamento non era solo un semplice spazio, ma un luogo carico di ricordi per me e mio marito.

Quando sono arrivata, ho trovato una scena che non riuscivo a credere. Nel corridoio c’erano un uomo di mezza età e una giovane donna che non avevo mai visto prima. Senza pensarci ho chiesto:

“Dove si trova la proprietaria dell’appartamento?”

“È a casa,” mi hanno risposto, come se fosse la cosa più normale del mondo.

Pochi minuti dopo è arrivata la mia amica.

“Da quando sei diventata la proprietaria?” le ho chiesto, guardandola negli occhi.

Ha cercato di giustificarsi dicendo che si trattava di una soluzione temporanea e che non voleva disturbarmi. Ma presto la verità è venuta fuori: aveva affittato due stanze a delle persone sconosciute, mantenendo per sé la terza. In pratica, aveva trasformato il mio appartamento in una pensione, guadagnando denaro senza il mio consenso.

Non ci è voluto molto perché tutti se ne andassero. Gli sconosciuti sono usciti uno ad uno, e la mia amica è stata l’ultima ad andarsene, senza nemmeno salutarmi.

Da quel giorno non ci parliamo più, e sono convinta che non riuscirò mai a perdonarla.

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