Lavoro come assistente di volo e questa storia risale a uno dei miei turni.
Durante l’imbarco, ho aiutato un’anziana signora a trovare il suo posto in classe business. Poco dopo, un passeggero si è rifiutato di sedersi accanto a lei.
Ho cercato di spiegargli con calma che quel posto era assegnato alla signora e che non potevo cambiarlo.
Ma l’uomo ha reagito con un comportamento scontroso, insultandola e dicendo che un posto così costava troppo e che lei non poteva certo permetterselo.
La signora rimaneva in silenzio, con lo sguardo abbassato, chiaramente imbarazzata.
Alcuni passeggeri hanno cominciato a commentare, dando ragione all’uomo, insinuando che forse lei non dovesse trovarsi lì.
Con una voce tremante, la signora ha detto che sarebbe disposta a trasferirsi in classe economica, spiegando che aveva speso tutti i suoi risparmi per quel biglietto, ma che non voleva causare problemi.
Proprio in quel momento, la voce del pilota è intervenuta.
Attraverso l’altoparlante, ha dichiarato fermamente che la signora aveva pagato regolarmente il suo biglietto e che non avrebbe dovuto spostarsi per nessun motivo.
Un silenzio assoluto è calato sulla cabina.
Mentre riprendevo il mio lavoro, la signora mi ha preso la mano, ringraziandomi per il mio supporto. Con le lacrime agli occhi, mi ha raccontato che quel volo era molto speciale per lei: era il compleanno di suo figlio.
Quando l’aereo è atterrato, il pilota è uscito dalla cabina di pilotaggio e si è avvicinato a lei.
Di fronte a tutti, ha rivelato che quella passeggera non era una viaggiatrice qualsiasi.
Era sua madre, e quel volo rappresentava il loro primo viaggio insieme.