Sosterrò mio figlio in ogni modo, ma sua moglie dovrà cavarsela da sola.

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Mi chiamo Marco e il rapporto con mia nuora è stato una sfida fin dal primo giorno. Posso mettere la mano sul fuoco: non ho mai fatto nulla per meritare il suo disprezzo. Ho sempre cercato di instaurare un legame con Laura, la moglie di mio figlio, ma lei? Mi ha trattato come un’ombra. Se non mi ignorava del tutto, mi faceva sentire come un intruso.

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Non rispondeva ai miei messaggi, e quando chiamavo Luca, lui mi richiamava giorni dopo con la solita scusa: “Papà, scusami, ero incasinato.” E se provavo a passare da loro, Laura trovava sempre un pretesto per sparire: un impegno improvviso, un’uscita con un’amica, qualsiasi cosa pur di evitarmi.

Era frustrante. Per loro non esistevo quando tutto andava bene, ma al primo problema? Eccomi, pronto a essere usato come ultima risorsa. Sarebbe stato così difficile farmi una telefonata ogni tanto, anche solo per chiedere come stessi? Ma no. Luca ripeteva sempre la stessa frase: “Ti richiamo dopo.” Peccato che quel “dopo” non arrivasse mai.

Poi, qualche settimana fa, Luca si è presentato da me, pallido come un fantasma. Nessun saluto, nessuna spiegazione, solo una richiesta assurda: “Hai un martello e dei chiodi?” Pensavo di aver capito male. Vivevano in affitto in una casa elegante vicino Verona, e sapevo bene che il contratto vietava qualsiasi modifica. Poi è arrivata la vera bomba: “Papà, possiamo stare da te? Io e Laura.”

A quel punto, tutto è stato chiaro. Il proprietario aveva messo in vendita l’appartamento e loro erano stati sfrattati. Non pagavano l’affitto da mesi, i soldi erano finiti. Laura era in congedo di maternità, Luca senza lavoro. Un disastro.

Il mio appartamento ha tre stanze. Non è una villa, ma è casa mia. L’ho comprato con la mia ex moglie, che ormai ha un’altra vita da sedici anni. Qui Luca è cresciuto, qui ha sognato il suo futuro. Ma adesso tutto andava in frantumi.

Ho guardato mio figlio e ho preso una decisione: “Tu e la bambina potete restare. Laura? Che vada dai suoi.”

Troppo facile ignorarmi per anni e poi bussare alla mia porta quando serve. Questa volta, se Laura ha bisogno di aiuto, dovrà cercarlo altrove.

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