La mia vicina insisteva nel stendere le sue mutandine proprio davanti alla finestra di mio figlio, così ho deciso di darle una lezione che non dimenticherà!

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Mi sono sempre immaginata che le mutandine fossero semplicemente un capo di abbigliamento come tanti altri. Ma quando un giorno, guardando fuori dalla finestra della camera di mio figlio, ho visto le mutandine della mia vicina svolazzare nel vento, ho capito che c’è tanto di più da scoprire in questo mondo!

Cosa ho imparato?

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Le mutandine di Lisa, la mia vicina, non erano affatto solo biancheria. Sono diventate il simbolo di una lezione di vita che non avevo mai immaginato. La sua abitudine di stendere la biancheria con tanta “creatività” mi ha spinto a mettere fine a questa “sfilata” e a darci una piccola lezione di galateo, specialmente per mio figlio Jake.

Era un tranquillo martedì mattina quando stavo piegando le mutandine di Jake, tutte con disegni di supereroi. Ma, appena ho alzato gli occhi, ho visto qualcosa che mi ha fatto quasi soffocare con il mio caffè: fuori dalla finestra c’era un paio di mutandine rosa in pizzo, svolazzanti come una bandiera. E non erano sole. No, c’erano altre mutandine, un vero e proprio arcobaleno di biancheria che danzava al vento proprio davanti alla finestra di mio figlio.

“Che diavolo…”, pensai, osservando incredula questa scena. “Una passerella da Victoria’s Secret o un banale stendibiancheria?”

Poco dopo, Jake, con la sua solita curiosità, mi chiese: “Mamma, perché la signora Lisa stende i suoi vestiti fuori?”

Un’imbarazzo profondo mi avvolse, ma cercai di mantenere la calma. “Oh, tesoro, la signora Lisa ama solo l’aria fresca, sai? Perché non chiudiamo un po’ le tende per darle più privacy?”

Ma Jake, con la sua innocenza, non si accontentò. “Mamma, se alla signora Lisa piace l’aria fresca, allora io posso uscire anch’io e mettere i miei boxer del Capitano America a prendere il vento?”

Mi trattenni dal ridere. “No, tesoro, i tuoi boxer sono un po’… timidi. Preferiscono stare al chiuso, dove si sentono a loro agio.”

I giorni passarono e il “show” di biancheria di Lisa divenne un appuntamento fisso. Ogni volta che guardavo fuori, c’era una nuova serie di mutandine appese a sventolare. E ogni volta, mi ritrovavo a giocare al gioco del “chiudi gli occhi, Jake!”

Poi, un pomeriggio, mentre preparavo uno spuntino, Jake fece irruzione in cucina con una domanda che mi fece gelare il sangue.

“Mamma, perché la signora Lisa ha tutta quella biancheria colorata? E perché alcune sono così piccole? Con dei fili? È per il suo criceto?”

Pensai che avessi perso il controllo. “Beh, caro, ognuno ha le sue preferenze in fatto di abbigliamento. Anche per chi non se ne accorge.”

Jake mi guardò come se avessi appena svelato un mistero. “Quindi è come se a me piacesse la biancheria da supereroe, ma per adulti? E la signora Lisa combatte il crimine di notte? È per l’aerodinamica?”

Mi strozzai per non ridere. “Non proprio, tesoro. La signora Lisa è solo molto sicura di sé.”

Jake sembrò soddisfatto della risposta e mi chiese se anche lui potesse stendere i suoi boxer da Superman. “Scommetto che sarebbero davvero belli a svolazzare nel vento!”

Decisi che era il momento di parlare con Lisa, ma non sapevo esattamente come avrei gestito la situazione. Il giorno successivo, suonai alla sua porta, con il mio miglior sorriso da “vicina preoccupata”.

Lisa aprì, tutta sorrisi e sembrava appena uscita da un catalogo di bellezza. “Ciao, Christi, giusto?”

“Esatto! Volevo parlare un attimo con te.”

Si appoggiò al telaio della porta, un sopracciglio alzato. “Oh? Cosa hai in mente?”

“Sai, riguarda la tua biancheria. Più precisamente, dove la stendi.”

Le sopracciglia di Lisa si aggrottarono. “E allora? Non è troppo alla moda per questo quartiere?”

“Beh, sta proprio davanti alla finestra di mio figlio. Jake ha cominciato a fare domande. Ieri ha chiesto se i tuoi perizomi fossero una fionda.”

“Oh, sono solo vestiti! Non sto mostrando i codici di lancio dei missili nucleari!” mi rispose ridendo.

Sentii il mio sangue ribollire. “Capisco, ma Jake ha solo otto anni. È curioso. E questa mattina ha chiesto se poteva appendere i suoi boxer da Superman accanto ai tuoi… equipaggiamenti anti-crimine.”

Lisa scosse la testa. “Ascolta, non mi preoccupo. Se qualche paio di mutandine ti dà fastidio, rilassati! Qui è il mio cortile. Se non ti piace, fatti una biancheria più carina!”

Con queste parole, mi sbatté la porta in faccia, lasciandomi a bocca aperta.

Mentre camminavo via, mormorai: “Oh, vuoi giocare a ‘biancheria sporca’, eh? Allora giochiamo, Lisa.”

E quella sera, mi sedetti alla macchina da cucire con una missione: fare una sorpresa a Lisa. Usai il tessuto più sgargiante e kitsch che riuscissi a trovare, creando il più grande paio di mutandine da nonna del mondo.

Appena l’auto di Lisa uscì dal vialetto, misi in atto il mio piano. Appesi le mutandine giganti nel suo giardino, proprio davanti alla finestra. Mi sentivo come una bimba che aspetta Babbo Natale, ma al posto dei regali c’era la mia piccola vendetta.

Quando Lisa tornò a casa, vide il mio lavoro. La sua reazione fu esilarante. “CHE CAZZO…??” urlò, guardando la biancheria gigante svolazzare al vento.

“Lisa, che ne pensi? Una piccola dimostrazione di aerodinamica per il quartiere!” le dissi ridendo.

Alla fine, Lisa cedette, accettando di spostare la sua biancheria. “Hai vinto tu”, disse tra i denti, “ma mi bruciano gli occhi!”

“Non c’è problema, Lisa. Ma devo dire, il fenicottero ti sta davvero bene”, risposi, mentre ci stringevamo la mano.

E così, tutto tornò alla normalità. Le sue mutandine scomparvero, e Jake, sebbene deluso dalla fine della “sfilata”, imparò una lezione importante: a volte, anche i supereroi devono proteggere la loro intimità.