Ho scritto a tutti i suoi familiari. “Mandatemi un video in cui dite alla nonna cosa vorreste dirle di persona

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Nonna Elisa compiva 85 anni. La casa, che normalmente traboccava di chiacchiere, passi affrettati e risate nei giorni importanti, quel giorno era rimasta silenziosa. Le telefonate erano arrivate una dopo l’altra, tutte con lo stesso tono dispiaciuto: lavoro, malattia, voli cancellati, imprevisti. Figli e nipoti, sparsi tra Torino, Berlino e Barcellona, non sarebbero riusciti a raggiungerla.

La nonna, pur cercando di nascondere la delusione con un sorriso paziente, aveva preparato comunque la sua famosa torta alle mele e sistemato la tovaglia buona. “Anche da sola, è sempre il mio compleanno”, aveva detto a mezza voce, appoggiandosi al bastone.

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Io sono Laura, la vicina di casa. Da piccola passavo ore con lei a fare puzzle e cucinare biscotti, mentre i miei genitori lavoravano. Quando ho saputo della sua solitudine quel giorno, mi si è stretto il cuore. Dovevo fare qualcosa.

E così mi è venuta un’idea.

Ho scritto a tutti i suoi familiari. “Mandatemi un video in cui dite alla nonna cosa vorreste dirle di persona. Raccontatele un ricordo. Cantate la sua canzone preferita. Qualsiasi cosa. Vi prometto che sarà come essere lì.”

Nel giro di poche ore, il mio telefono era pieno di clip: bambini che cantavano stonati, un nipote che recitava una poesia in catalano, una figlia che piangeva mentre ricordava le sere passate a cucire insieme. Ne ho montato uno dopo l’altro, aggiungendo foto della famiglia, spezzoni dei compleanni passati e una colonna sonora dolcissima (la sua amata Edith Piaf).

Quella sera, ho bussato alla sua porta con un proiettore, due bicchieri di spumante e la torta riscaldata. Elisa mi ha guardata sorpresa, e io le ho detto: “Non sei sola, nonna. Guarda un po’ chi è venuto alla tua festa.”

Abbiamo spento la luce. Sul muro si sono accese le facce dei suoi cari. Ogni video era una carezza, ogni parola una presenza. Elisa ha riso, pianto, parlato allo schermo come se fosse davvero lì con loro. Alla fine, si è voltata verso di me, gli occhi pieni di lacrime lucide, e ha detto: “Laura, questa è stata la festa più bella della mia vita.”

E in quel momento, ho capito che non serve la presenza fisica per essere vicini. A volte, basta un’idea, un gesto, un cuore pieno d’amore.