Con lentezza, tremando, Daniil si sollevò in piedi. Le gambe rigide, ma dritte.

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— Perché hai scelto proprio lui? — chiese sua madre, appoggiandosi alla porta, stringendo tra le dita un fazzoletto già spiegazzato.

Sofia alzò lo sguardo dallo specchio. Si stava sistemando gli orecchini, con movimenti decisi ma delicati. La sua voce fu calma, senza una traccia di esitazione:

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— Perché lui non mi ha mai chiesto di essere diversa. E io non voglio vivere una vita a metà, solo per accontentare chi si aspetta qualcosa da me.

La madre non rispose. Si avvicinò, e per la prima volta dopo mesi, le sistemò un ciuffo ribelle con tenerezza. Poi uscì, lasciando a Sofia la sua giornata.

La cerimonia si tenne in una serra di vetro e fiori, scelta da Daniil per la luce, che filtrava tra le foglie come in un sogno. Pochi invitati, nessuna ostentazione. Ma ogni sguardo era autentico.

Daniil era lì, elegante nella sua sedia a rotelle, con gli occhi puntati su di lei. E quando Sofia percorse il breve corridoio tra le sedie, nessuno vide mancanze. Tutti vedevano amore.

Il celebrante aveva appena pronunciato il “vi dichiaro marito e moglie” quando Daniil fece un gesto.

— Aspetta, — disse. — Prima che tu mi baci… ho una cosa da dirti davanti a tutti.

Sofia si fermò, sorpresa. Daniil si voltò verso un uomo che era seduto discretamente nell’ultima fila. L’uomo annuì. Due infermieri si avvicinarono, discreti, ma attenti. Si avvicinarono alla sedia a rotelle.

Il pubblico trattenne il respiro.

Con lentezza, tremando, Daniil si sollevò in piedi. Le gambe rigide, ma dritte. Il volto contratto per lo sforzo, ma determinato. Un passo. Poi un altro. Sofia portò le mani alla bocca. Lacrime scesero silenziose sulle sue guance.

— Non è una guarigione completa, — disse Daniil con la voce rotta. — È frutto di un lungo lavoro. Di mesi. Di dolore. Ma volevo che il nostro primo abbraccio da marito e moglie fosse così. In piedi.

Sofia corse verso di lui. Lo abbracciò strettissimo, sostenendolo. Non servivano parole. Lì, in quel momento, erano solo due esseri umani che avevano scelto l’amore. Non quello facile, ma quello vero.

Daniil poi tornò a sedersi, esausto ma felice. Sofia si inginocchiò accanto a lui e sussurrò all’orecchio:

— Io ti avrei sposato anche se non ti fossi mai rialzato. Ma questo… questo è un miracolo. Il nostro.