La prima volta, va bene. La seconda, capita. Alla quinta, inizio a chiedermi: sarà distratto o

Advertisements

Stiamo insieme da nove mesi, e ogni venerdì sera è “la serata con i bambini”. Lui, divorziato, padre devoto, tiene moltissimo a questi momenti speciali con i suoi due figli, Emma e Luca, dolcissimi e sempre affamati come piccoli draghi. Io li adoro. Ma c’è un dettaglio stonato che si ripete ogni singola volta come un disco rotto.

Il conto arriva. E lui, con la mano in tasca e la fronte aggrottata, esclama puntualmente:
— «Oh no… ho dimenticato di nuovo la mia carta!»
Occhi spalancati. Sospiri. Spallucce teatrali.
E io? Apro il portafoglio, sorrido ai bambini, pago.

Advertisements

La prima volta, va bene. La seconda, capita. Alla quinta, inizio a chiedermi: sarà distratto o… strategico?
Alla nona? Ho un piano.

Aspetto il momento perfetto. È il venerdì successivo al suo stipendio. Mi dice:
— «Stasera si fa festa! Qualsiasi cosa vogliano i bambini!»
Entriamo in una pizzeria gourmet. I bambini ordinano pizze enormi, antipasti, gelati artigianali. Lui prende il vino più costoso. Io sorrido. E aspetto.

Il conto arriva. Lui allunga la mano verso la tasca. E parte il solito show.
— «Oddio, anche stavolta… non ci posso credere!»
Io mi alzo.
— «Nessun problema. Questa volta lo pago… come dici sempre tu, per i bambini.»

Mi avvicino al cameriere, gli sussurro qualcosa. Gli porgo una busta rossa.
Lui la apre. Dentro, la ricevuta di TUTTE le cene pagate da me negli ultimi due mesi. Con un biglietto:
“Cena offerta da chi non dimentica: rispetto, parità e responsabilità.”

Poi lo guardo dritto negli occhi.
— «Questa era la tua ultima carta fantasma. Se domani non ricordi il PIN della maturità, dimenticherò anch’io qualcosa: il tuo numero.»

Il cameriere trattiene a fatica una risata.
Emma e Luca ridono per davvero:
— «Papà, ti ha fatto la carta UNO reverse!»

Non so se il nostro amore durerà, ma da quella sera in poi, la sua carta… non l’ha più dimenticata.