Il vento frizzante di autunno soffiava tra i grattacieli di Manhattan, scivolando tra le torri di vetro e il rumore incessante della città che non dorme mai. Logan Bennett, un uomo abituato a vivere nella sua bolla di lusso e successo, camminava tra la folla, assorto nei suoi pensieri. Ma qualcosa lo fermò, come un’ombra che si staglia contro il cielo sereno.
Una figura immobile sul marciapiede attirò la sua attenzione. Una donna, con un cappotto logoro e consumato, seduta a terra, piegata dal peso della vita. Le sue spalle curve, come se cercasse di scomparire, e i capelli disordinati tradivano una fatica che non apparteneva a una persona del suo mondo. Ma ciò che colpì Logan di più furono le bambine accanto a lei. Due gemelle, di pochi anni, una con una bambola smorta tra le mani, l’altra con gli occhi gonfi di sonno, mormorando silenziosamente.
Logan si avvicinò lentamente, il cuore che batteva più forte. Non riusciva a capire cosa lo spingesse verso quella scena, ma qualcosa dentro di lui gli diceva che doveva farlo. Poi, mentre la donna accarezzava delicatamente una delle bambine, un sussurro gli fece gelare il sangue.
“Tesoro, va tutto bene. Qualcuno ci aiuterà presto.”
Quella voce… Non la sentiva da più di dieci anni. Ma lui la riconobbe subito. La guardò più attentamente. Il volto segnato dal tempo, dagli anni passati a lottare per sopravvivere. Non poteva essere lei… ma lo era.
“Olivia?” chiese con un filo di voce, incredulo.
La donna alzò lentamente lo sguardo. I loro occhi si incrociarono, e per un istante, il rumore della città svanì. Il passato tornò prepotentemente, inondandoli entrambi di ricordi. Ma prima che potesse dire altro, Olivia distolse lo sguardo, visibilmente imbarazzata. Era cambiata, ma la sua essenza era la stessa.
“Logan?” mormorò, e in quella parola, l’anno di separazione sembrò dissolversi. Ma qualcosa li separava, qualcosa di più profondo che entrambi sentivano ma non volevano affrontare.