Mentre camminavo lungo la via principale del piccolo paese, una bambina dai capelli ricci mi si avvicinò timidamente. Aveva negli occhi una luce curiosa, e con voce innocente mi disse:
— La tua foto è nel portafoglio di mia mamma!
Rimasi sorpreso, perché non avevo mai visto né conosciuto quella famiglia prima d’ora.
— Davvero? — chiesi, incuriosito.
— Sì, vieni con me, te la faccio vedere — rispose lei, prendendomi per mano.
La bambina mi condusse in una piccola casa di legno, ai margini del bosco. Bussammo e dalla porta comparve una donna dai lineamenti familiari, ma che non avevo mai incontrato. I suoi occhi erano pieni di una triste dolcezza, e nel suo portafoglio, con mani tremanti, tirò fuori una vecchia fotografia in bianco e nero: ero io, o almeno un ragazzo che mi assomigliava moltissimo.
«Quella foto è di tuo padre», disse la donna, la voce rotta dall’emozione. «Non hai mai saputo chi fosse, vero?»
Rimasi senza parole. Il ragazzo della foto ero io, ma molto più giovane, e guardando la donna capii che era la mia vera madre, una persona che avevo creduto perduta per sempre. Lei mi raccontò che anni prima ci eravamo separati per proteggerci da un pericolo oscuro, ma che non aveva mai smesso di cercarmi.
La bambina sorrise, sapendo di aver ricongiunto due anime divise dal tempo. Quella foto nel portafoglio aveva tenuto vivo un legame invisibile, e finalmente, quel giorno, eravamo di nuovo insieme.