Timur Azizov era l’uomo di cui tutti parlavano: ricco, grosso, rumoroso

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Timur Azizov era l’uomo di cui tutti parlavano: ricco, grosso, rumoroso. Si vestiva con abiti firmati troppo stretti, rideva più forte del necessario e dava mance esagerate solo per farsi notare.

Durante una festa a villa Golitsyn, dopo tre bicchieri di whisky e il solito bisogno di sentirsi migliore degli altri, gridò davanti a tutti:

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— Scommetto che posso sposare la ragazza più grassa della città e farlo sembrare amore vero.

Gli applausi sguaiati si mescolarono agli sguardi scioccati. Timur non si tirò indietro.

La “prescelta” fu Leyla Samirova, una giovane donna nota in città non per il suo aspetto, ma per il suo sorriso gentile, il suo modo di cantare ai bambini nel parco e per quella risata che faceva dimenticare la tristezza.

Quando Timur le chiese di sposarlo, fu cortese, teatrale… e bugiardo.

Leyla, incredula, pensò fosse uno scherzo. Ma Timur fu convincente. Così lei, ingenuamente, accettò. Non perché fosse sciocca, ma perché aveva sempre creduto che anche le cose più strane potessero contenere un seme di verità.

Parte 2 – Il giorno del matrimonio

La cerimonia fu sontuosa. Champagne francese, fiori rari, influencer seduti accanto a vecchi milionari. Leyla indossava un abito color crema, cucito su misura da una sarta cieca che lavorava solo col cuore.

Ma nel cuore della festa, quando tutti aspettavano il ballo degli sposi, Leyla salì sul palco.

— Ho anch’io un piccolo regalo per mio marito. — disse, togliendosi il mantello.

Sotto, un costume da danza orientale, dorato e leggero. La musica partì.

Leyla iniziò a muoversi. Non con leggerezza… ma con potenza. Ogni gesto raccontava una storia. Ogni movimento faceva vibrare l’aria. Il suo corpo ampio diventava arte, linguaggio, orgoglio.

Alla fine, nessuno parlava. Solo applausi. Qualcuno piangeva. Timur, il fanfarone, era inchiodato al suo posto. Non sapeva se sentirsi umiliato o trasformato.

E per la prima volta, vide.

Parte 3 – La lenta trasformazione

Nei mesi seguenti, qualcosa in lui cambiò. Non fu subito amore, ma rispetto. Poi fu stima. Poi fu bisogno. E infine, senza nemmeno rendersene conto, fu amore vero.

Leyla non lo rimproverava, non gli rinfacciava nulla. Era solo presente. Silenziosa quando serviva, tagliente se necessario. Una donna vera. Intera.

Quando Timur perse gran parte della sua fortuna per colpa di un socio disonesto, si aspettò la fuga. Ma trovò solo un abbraccio, un sorriso, una frase:

— La tua dignità vale più del tuo conto in banca.

Quella sera la amò davvero. Senza spettacolo, senza scommessa.