Ethan aveva appena lasciato l’auditorium, ancora con il peso della delusione sul cuore, quando si accorse che qualcosa non andava. Un furgone bianco avanzava lentamente lungo la strada, e dentro c’era uno sconosciuto che sembrava osservarlo con troppa insistenza. Il ragazzo si fermò, il cuore che gli batteva forte. Aveva sempre ascoltato le parole di sua madre: “Non parlare con gli sconosciuti, stai sempre attento quando torni a casa da scuola.”
Mentre camminava più veloce, l’uomo accese il motore e iniziò a seguirlo. Ethan ricordò allora il consiglio più importante che sua madre gli aveva dato: «Se ti senti in pericolo, chiama subito aiuto e usa un trucco per confondere chi ti segue.»
Il trucco di Maria era semplice ma efficace: fingere di telefonare a casa per far credere a chiunque lo stesse seguendo che non era solo, che qualcuno stava aspettando. Così Ethan prese il telefono e, con voce tremante ma decisa, iniziò a parlare ad alta voce come se stesse chiamando sua madre.
«Mamma, sto tornando a casa… sì, ho preso il premio… Sì, sto camminando ora… Qualcuno mi sta seguendo, sto per chiamare la polizia!»
L’uomo nel furgone esitò, sorpreso da quelle parole. Ethan prese coraggio e accelerò il passo verso un gruppo di adulti che stavano camminando nel parco vicino.
«Ehi, aiuto!» chiamò Ethan, «Qualcuno mi sta seguendo!»
Gli adulti notarono la sua agitazione e si avvicinarono rapidamente, costringendo lo sconosciuto a fermarsi e a dileguarsi. Poco dopo arrivarono anche alcuni agenti della polizia, avvisati da una telefonata anonima che qualcuno aveva fatto da lì vicino.
Ethan respirò finalmente tranquillo. Aveva usato il trucco di sua madre per salvare se stesso.
Quando arrivò a casa quella sera, la porta si aprì e Maria lo abbracciò forte.
«Sono così fiera di te, Ethan,» disse con le lacrime agli occhi. «Sei stato molto coraggioso.»
Ethan sorrise, sentendo per la prima volta da tanto tempo il calore di casa.