Da diversi mesi Oleg sognava di divorziare da sua moglie Irina. Avevano vissuto insieme per sette anni, non avevano avuto figli, e a un certo punto Oleg capì che si era annoiato di Irina.

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Quando Oleg tornò a casa, non fu accolto da fiori o striscioni, ma da un silenzio denso di dignità. Irina lo aspettava con la pazienza che aveva sempre avuto, quella che non si ostenta, che non chiede nulla in cambio. Gli aveva preparato una stanza nuova al piano terra, sistemato tutto perché non dovesse fare sforzi. C’era persino una radio vicino al letto, sintonizzata su una stazione classica che lui amava ma non ricordava di aver mai detto ad alta voce.

Passarono settimane.

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All’inizio Oleg si sentiva come un mobile rotto in una casa ordinata. Irina si prendeva cura di lui con dolcezza, ma senza invadenza. Non gli parlava di passato né di futuro. Ogni sera gli portava una tisana, e ogni mattina apriva la finestra per far entrare il sole, anche se fuori c’era pioggia.

Un giorno, mentre Irina tagliava delle mele in cucina, Oleg si avvicinò con fatica, appoggiato al bastone.

— Hai tempo per sederti un po’ con me? — le chiese.

Lei lo guardò, sorpresa. Poi si tolse il grembiule e si sedette accanto a lui.

— Ho sempre tempo per te, Oleg. Solo che… non sapevo se tu volessi ancora il mio tempo.

Lui le prese la mano, la strinse. Era la prima volta dopo tanto.

— Non lo meritavo. Ma ora… non riesco a immaginare un giorno senza di te. Polina… era un’illusione. Tu sei la verità. E io… io l’ho capito troppo tardi.

Irina abbassò lo sguardo. Poi lo alzò di nuovo, con una forza calma negli occhi.

— Non è troppo tardi se vuoi restare. Ma non perché hai perso tutto. Resta perché hai capito cosa hai avuto sempre.

Oleg annuì, commosso. Per la prima volta, il suo cuore, così preso dal desiderio di novità, aveva riconosciuto la bellezza della costanza.

E così, ogni sera, al posto della passione bruciante, venne un affetto lento, silenzioso e profondo. Non era un fuoco che acceca, ma brace calda che dura nel tempo.

E Oleg non sognò più di andarsene.