James chiuse gli occhi per un momento, il cuore che martellava nel petto, e la domanda che Sophia aveva appena posto rimbombava nella sua mente come un’eco. “Come sta?” Quella frase sembrava impossibile, come se il tempo non fosse mai passato, come se Eliza fosse ancora viva e ogni cosa fosse solo un incubo dal quale non riusciva a svegliarsi. Ma la realtà, crudele e inesorabile, lo riportava indietro alla verità che ormai conosceva troppo bene.
Sofia stava lì, davanti a lui, e l’ombra di Eliza sembrava danzare tra le parole non dette. Ma non poteva permettere che il dolore lo sopraffacesse di nuovo. Non dopo tutto questo tempo.
“Non è facile,” rispose infine James, la sua voce rotta da un’infinità di ricordi non vissuti. “Non è mai facile parlare di lei, anche se sembra che il mondo si sia fermato per me.”
Sophia lo guardò, comprensiva. “Lo so,” disse a bassa voce. “Eliza mi parlava spesso di te, dei sogni che avevate, delle cose che speravate di fare insieme. Mi sembra che, in qualche modo, la sua presenza sia ancora qui… come se non se ne fosse mai andata.”
James annuì, guardando il tavolo, le mani che tremavano lievemente. Non sapeva cosa rispondere, ma in quel momento sentiva la verità che Sophia gli stava sussurrando. Eliza non era completamente sparita; forse era solo cambiata, trasformata in qualcosa di diverso, che lui non era ancora pronto a comprendere.
“Ci sono momenti in cui sento che è ancora con me,” disse infine, sollevando lo sguardo verso Sophia. “E quando vedo te, vedo anche lei. Un riflesso, un’ombra, una parte di lei che non sono riuscito a lasciar andare.”
Sophia sorrise tristemente. “Forse è proprio questo che ci rende umani. Non possiamo lasciar andare completamente chi amiamo. Anche se sembra che il tempo passi, un pezzo di loro rimane sempre con noi.”
James sospirò, il peso dei mesi passati che sembrava finalmente alleggerirsi. “Forse è vero,” disse, con un piccolo sorriso che riusciva a malapena a fare capolino. “Forse è proprio così. E forse, un giorno, riuscirò a capire come andare avanti senza dimenticarla.”
Sophia annuì, poi guardò Emma, che nel frattempo stava canticchiando felice, ignara di tutto ciò che stava accadendo tra gli adulti. “Lei ti somiglia così tanto,” disse, “è incredibile.”
James sorrise guardando sua figlia. “Sì,” rispose, “in ogni modo che conta, somiglia davvero a sua madre.”
La conversazione si concluse lì, ma qualcosa era cambiato in James. Forse non aveva tutte le risposte, ma aveva trovato un modo per abbracciare il ricordo senza lasciarsi sopraffare. La vita andava avanti, e anche se il passato non sarebbe mai stato dimenticato, c’era ancora speranza nel futuro.