La ragazza stava sonnecchiando in un cassonetto quando l’uomo più ricco del mondo le si avvicinò… E ciò che venne a sapere lo sconvolse nel profondo dell’anima.

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La piccola Lena dormiva nel suo angolo nascosto, un cassonetto di rifiuti, quando un passo pesante la svegliò. Il rumore dei tacchi di un uomo risuonava nell’oscurità del vicolo, e lei, spaventata, si tirò indietro. Non era abituata alla gentilezza, solo alla solitudine e alla durezza della strada. I suoi capelli spettinati e il volto sporco raccontavano una vita difficile, ma il suo spirito restava intatto, sperando in un futuro migliore.

L’uomo si avvicinò, con uno sguardo serio ma curioso, come se cercasse qualcosa anche lui. Si fermò accanto al cassonetto e la guardò con occhi increduli. Non c’era spazio per una scena come quella nel suo mondo, ricco di lussi e potere.

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“Ehi, piccola,” disse con una voce calda, accarezzando delicatamente la spalla della bambina.

Lena saltò indietro, il cuore che batteva forte nel petto. Non si fidava di nessuno, ma quella voce, così diversa da quelle che aveva sentito in passato, la fece fermare.

“Chi sei?” chiese con diffidenza, cercando di nascondere la paura che le gelava la voce.

“Mi chiamo Igor,” rispose l’uomo, sorridendo lievemente. “Mi occupo di affari. E tu, cosa ci fai qui, da sola?”

Lena esitò, poi, senza dire una parola, iniziò a raccontare la sua storia. Era orfana da tempo, senza casa, senza una famiglia. La città l’aveva respinta ogni volta che cercava aiuto, lasciandola abbandonata in un mondo freddo e indifferente.

Igor la ascoltò in silenzio, e qualcosa dentro di lui si spezzò. Le sue esperienze di bambino solo e povero riaffiorarono nella mente, e una sensazione di calore e compassione lo pervase.

“Ti capisco,” disse, i suoi occhi finalmente illuminandosi di un’emozione che non sentiva da anni. “Non dovresti vivere così. Meriti di più.”

Lena lo guardò, incredula. Perché un uomo come lui voleva aiutarla? Cos’era che lo spingeva a fare qualcosa di così straordinario?

“Perché vuoi aiutarmi?” chiese, la voce ancora tremante.

“Perché tutti meritiamo una seconda possibilità,” rispose Igor, offrendo la mano.