Luca rientrò in una tarda serata a Torino, dopo aver trascorso un lungo periodo in Germania. Prima di qualsiasi altra cosa, volle passare a trovare sua madre, Maria Teresa, la quale lo accolse con un abbraccio pieno di affetto e nostalgia.
“Mio Dio, quanto tempo è trascorso! Mi sei mancato davvero tanto! Allora, sei riuscito a mettere da parte qualche risparmio?” domandò lei.
“Eh, come sempre,” rispose lui con un sorriso mesto. “Durante il viaggio mi sono chiesto: perché pagare un affitto per una casa se per gran parte dell’anno sto fuori? Meglio investire in un mutuo e possedere qualcosa di mio.”
Maria Teresa annuì con convinzione: “Hai 27 anni, è il momento giusto per pensare a costruire una famiglia. E poi, con dei figli in futuro, avere un tetto proprio è fondamentale.”
Dopo due mesi, Luca acquistò un bilocale in un complesso residenziale recentemente costruito, arredandolo esattamente secondo i suoi gusti. Per sicurezza, consegnò le chiavi a sua madre prima di partire nuovamente all’estero.
Tuttavia, non appena Luca attraversò il confine, Maria Teresa affidò le chiavi alla figlia maggiore, Alessia, che era più grande di lui di qualche anno e, priva di un lavoro stabile e sommersa dai debiti, sperava in un giorno migliore, sempre in attesa del suo “principe azzurro”.
“Rimarrà qui per qualche mese, potrà risparmiare qualcosa e sistemarsi,” pensò sua madre, convincendosi che non ci fosse nulla di male.
Ma si sbagliava di grosso. Nel giro di quattro mesi Alessia non solo non aveva fatto progressi, ma aveva accumulato ulteriori debiti. Quando infine fu il momento di andarsene, cambiò semplicemente la serratura, assicurandosi che nessuno, nemmeno Luca, potesse sfrattarla.
Al suo ritorno, davanti alla porta, Luca tentò di aprire con la sua chiave, ma questa non girò. Rimase attonito.
“Cosa diavolo sta succedendo…?” mormorò, correndo subito da Maria Teresa.
La madre, visibilmente scossa, confessò di aver permesso ad Alessia di entrare, ignorando però il cambio di serratura. Luca scoppiò in un alterco:
“Puoi anche ospitarla, ma non senza informarmi. Cambiare la serratura è un’altra cosa, e ora non vuole più andarsene?”
“Le ho proposto di venire da me,” disse Maria Teresa cercando di giustificarsi, “ma ha rifiutato…”
Il giorno seguente, Luca contattò il vigile urbano: insieme forzarono la porta. Non fece denuncia contro la sorella, ma la discussione risultò molto aspra.
“Potevi stare da mamma,” disse Alessia con tono freddo. “Tanto te ne andrai presto. Io devo costruirmi la mia vita.”
“Non ho comprato quella casa per questo, replicò Luca seccamente, “cerca un appartamento in affitto, trova un lavoro e risolvi i tuoi debiti.”
“Non ho bisogno di te per sistemarmi! Dovresti preoccuparti di sposarti prima di darmi consigli!” ribatté Alessia, affrettandosi a fare le valigie e lasciare la casa.
Da quel momento il rapporto tra fratello e sorella si ruppe definitivamente. Luca non soffrì troppo: da tempo aveva capito che per Alessia la famiglia significava solo un conto in banca da cui attingere.
Passarono mesi. Maria Teresa possedeva un orto in campagna dove Luca, durante una vacanza, decise di darle una mano con la raccolta. Con grande sorpresa la incontrò tra le file di pomodori.
“Eccomi, fratellino,” sorrise lei con aria beffarda. “Cosa, ti senti in colpa? Sei venuto a lavorare la terra?”
“Dimmi piuttosto perché sei qui. Hai bisogno di altri soldi?” chiese lui, diffidente.
“Mamma mi ha comprato un appartamento,” rispose senza esitazione. “Per tutto quello che ho fatto.”
“Che?! Che tipo di appartamento?”
“Un trilocale nel centro, completamente arredato. Con un mutuo intestato a mamma.”
Luca rabbrividì al pensiero del duro lavoro svolto all’estero, dei risparmi investiti per l’anticipo… e invece per Alessia tutto sembrava facile.
Non disse nulla, terminò il raccolto e se ne andò, con il cuore stretto.
Una settimana dopo Alessia gli scrisse: la porta del balcone si era rotta e avrebbe voluto che Luca la sistemasse. Accettò per poter vedere il suo “palazzo”. L’appartamento appariva normale, senza nulla di eccezionale rispetto al suo.
“Si è staccata la ferramenta,” constatò. “Bisogna ordinare il ricambio.”
“Te lo ordini tu. Prendi i soldi da mamma,” ribatté lei, mostrando disinteresse.
“Ma ti rendi conto? Mamma ti ha comprato casa, ti ha arredato tutto, e nemmeno puoi pagare un pezzo di ricambio?”
“Sei solo invidioso. Mamma mi preferisce a te. Ora puoi andare.”
Senza dire altro, Luca usci. Quello stesso giorno bloccò il numero di Alessia, decidendo di non rispondere più a chiamate o incontri.
Convinzione di Luca: “Che vivano pure come vogliono. Io so qual è il mio posto e non affiderò mai più le mie chiavi a nessuno.”